DESCRIZIONE
Premettiamolo subito. Chi vuole ottenere il Brevetto Cicloturistico del Mugello in un'unica giornata deve essere un buon atleta. Oltre 210 chilometri, 9 passi appenninici, circa 3.700 metri di dislivello non lasciano spazio all'improvvisazione. Vanno preparati con un ottimo allenamento nei mesi precedenti e il giorno dell'impresa, perché di questo si tratta, si deve essere in piena forma. Altrimenti è molto meglio spezzare il percorso in due o tre tappe: il Brevetto lo si ottiene lo stesso, ci si gode il panorama e si ha tempo di apprezzare i luoghi attraversati e magari gustare qualche prelibatezza gastronomica locale di cui il territorio è ricchissimo.
Ovviamente il percorso può essere iniziato da qualunque punto; in questa descrizione noi partiremo da Barberino di Mugello, il punto di accesso più facile tra l'altro per chi arriva nel Mugello dall'Autostrada A1, ed una buona scelta per distribuire lo sforzo di una sola giornata.
Da Barberino, paese natale del grande ciclista Gastone Nencini, si prende in direzione di Bologna ed inizia la salita del Passo della Futa. Dopo circa 7 chilometri di pendenze modeste, a Montecarelli comincia il tratto più duro di questa storica ascesa, con alcuni gradoni veramente impegnativi (punte del 12%) intervallati, per fortuna, da tratti più agevoli. Dopo un ultimo chilometro assai duro le ultime centinaia di metri sono pressoché pianeggianti. La salita termina dopo circa 15 chilometri ma, invece della meritata discesa, inizia un tratto di circa 10 chilometri di saliscendi, atleticamente assai snervante ma ripagato da un panorama meraviglioso sulla conca di Firenzuola e del fiume Santerno. A Pietramala, un chilometro e mezzo molto duro ci conduce quindi al Passo della Raticosa, a 968 metri di altitudine, punto più elevato del Brevetto.
Sul Passo si prende la strada per Imola e si inizia la discesa, prima leggera e poi anche ripida, ma sempre con stupende viste dell'Appennino, fino al bivio per Firenzuola (km.34). La discesa prosegue per altri 6 chilometri fino a Caburaccia, dove si riprende a salire fino al piccolo borgo di Peglio (km.45, 740 mt.). Per Firenzuola ci sono altri 7 chilometri, di discese e risalite, e il consiglio è di gestire bene le energie e godersi questo tratto di appennino poco conosciuto ma affascinante e praticamente senza traffico.
Una fermata nel borgo montano di Firenzuola (km.52) è praticamente d'obbligo, per poter poi ripartire in direzione di Imola. Si pedala nella bellissima valle del Santerno, con splendidi scorci sul fiume, fino a Coniale (km.63) dove inizia la salita del Valico del Paretaio, chiamato anche La Faggiola; dieci chilometri di ascesa al 5,6% di pendenza media, mai durissima e mai facile, nel verde e nel silenzio dell'Appennino, dove sentirete solo il vostro respiro ed il vento. Ad 880 metri di altitudine si scollina ed inizia un tratto ripido e tortuoso che ci porta nel delizioso paese di Palazzuolo sul Senio (km.81), nel cuore dell'Alto Mugello. Attraversato il ponte e il piccolissimo centro medievale la strada riprende a salire in direzione di Marradi. Le pendenze qui sono modeste (3-4%) e, complice il traffico scarso, potete tranquillamente godervi la pedalata di 6,5 chilometri fino al Passo Carnevale (721 mt). Altri 5 chilometri di discesa, anche ripida, e si giunge a Marradi (km.93), altro paese storico dell'Alto Mugello, che ha dato i natali al poeta Dino Campana, e che merita certamente una fermata.
Attraversato il borgo in direzione di Firenze, usciti dal centro storico, si svolta a sinistra in direzione di San Benedetto in Alpe. Inizia la salita del Passo dell'Eremo, 11 chilometri circa al 5,5% di pendenza media, senza strappi proibitivi ma sempre impegnativa. La bella Badia del Borgo ci introduce nel verde di un paesaggio che sembra riportare indietro nel tempo, quando i veicoli a motore non esistevano e queste zone erano rifugi per la contemplazione e la meditazione. Al km.104 si giunge al Passo dell'Eremo (921 mt.) e dopo una breve discesa e risalita al Passo Peschiena (930 mt.). Siamo al km. 107 e quindi precisamente a metà percorso; se la stanchezza è certamente tanta ci deve consolare il fatto di aver superato ormai 7 dei 9 valichi del Brevetto, e quindi che ci resta la parte più facile del percorso.
Si entra nella provincia di Forlì-Cesena ma soprattutto nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi-Falterona e Campigna. Una ripida e stretta strada ci conduce a S.Benedetto in Alpe (km. 115,5), una delle porte del Parco, dove ci immettiamo sulla statale in direzione di Firenze e del Passo del Muraglione. Qui il traffico è più intenso, soprattutto a causa delle moto, e il paesaggio poco spettacolare: in compenso la strada è larga e la salita, tranne poche rampe, non è molto dura, con anzi alcuni chilometri quasi pianeggianti. Rientriamo in Toscana e al km.125 giungiamo sul Passo del Muraglione (907 mt.), uno dei più attrezzati e storici valichi dell'Appennino.
Inizia una lunghissima discesa di oltre 18 chilometri, su una bella strada solo un po troppo trafficata nei fine settimana, che attraversa il borgo di San Godenzo con la sua splendida Pieve e giunge nel fondovalle del fiume Sieve a Dicomano (km.143,5).
A questo punto i grandi colli appenninici sono tutti alle spalle: comincia un percorso molto diverso, vallonato, ma non meno spettacolare, su e giù per il Mugello, storico contado fiorentino e patria dei Medici, signori di Firenze per molti secoli.
A Dicomano si procede in direzione di Vicchio, su una strada assai trafficata ma che permette comunque di apprezzare i campi coltivati e il bestiame al pascolo. Al km.151 si giunge a Vicchio, patria di due fra i più grandi pittori della storia, Giotto e Beato Angelico e, attraversata la ferrovia a Ponte a Vicchio col suo magnifico ponte medievale, si prosegue per Borgo San Lorenzo su una strada ampia e relativamente poco trafficata. Dopo pochi chilometri, superato il bivio per Barbiana dove ha avuto luogo l'esperienza di Don Milani, si giunge a Sagginale, dove nuovamente si attraversa la Sieve al ponte cosiddetto "d'Annibale" e si ritorna sulla strada provinciale 551 per Borgo San Lorenzo (km.158), paese di maggiori dimensioni e centro di servizi per tutto il Mugello. Da qui si prende in direzione di Firenze, lungo la via Faentina, storico asse di collegamento fra la Toscana e la Romagna. La strada è ben asfaltata, ombreggiata e non presenta mai pendenze importanti, ma sono comunque 15 chilometri di salita ed è piuttosto trafficata: conseguentemente si deve fare attenzione e risparmiare le poche energie rimaste. Al km. 173 si giunge a Vetta Le Croci (Olmo) a 518 metri di altitudine.
Appena iniziata la discesa al quadrivio si gira a destra, e si prosegue per 5 chilometri di saliscendi anche duri, fino a Pratolino (km. 178). Ci si immette quindi sulla via Bolognese per una lunga discesa che ci conduce prima a Vaglia (km.183,5) e poi a San Piero a Sieve (km. 192), di nuovo nel fondovalle mugellano. Attraversato il ponte si prosegue in direzione di Scarperia, un gioiello medievale incastonato nel cuore del Mugello, dove si giunge dopo 196,5 chilometri ed una rampa in salita abbastanza impegnativa. Nel centro, dopo una sosta obbligata, oltre che per rifocillarsi, per ammirare il Palazzo dei Vicari e magari il Museo dei ferri taglienti, si prende una strada secondaria per Sant'Agata e Galliano. Questi bei borghi si trovano su un percorso fra i più spettacolari di tutto il Mugello, con da un lato il crinale appenninico e dall'altra il fondovalle, con prati, laghetti e punteggiato di case coloniche. Dal punto di vista ciclistico sono però 8 chilometri tutt'altro che agevoli, con continui saliscendi brevi ma anche ripidi: è necessario quindi stringere i denti e soprattutto pensare che ormai manca poco al meritato traguardo. Da Galliano (km.205) un lungo vialone ci porta sulla strada di fondovalle della Sieve a ridosso della diga che chiude il Lago di Bilancino.
Svoltiamo a destra in direzione di Barberino di Mugello e dopo poche centinaia di metri giungiamo ad avvistare il Lago, una delle attrazioni principali di tutto il Mugello, con le sue spiaggette, barche, piccoli locali, che gli hanno fatto prendere l'appellativo di "mare del Mugello". A questo punto dobbiamo solo fare attenzione alla strada, assai trafficata e pericolosa, per ritornare a Barberino dopo 214 chilometri, al punto da cui molte ore prima eravamo partiti per questa avventura che, ne siamo certi, ricorderete per molti anni.